Patrono

San Pancrazio (289 – Roma, 12 maggio 304) è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Venne martirizzato a Roma sulla via Aurelia tramite decapitazione, all’età di quattordici anni, sotto l’impero di Diocleziano, il 12 maggio 304. Il Martirologio romano ne riporta la memoria in questo giorno.

Biografia

Egli nacque verso la fine dell’anno 289, a Sinnada, cittadina della Frigia, provincia consolare dell’Asia Minore. I suoi ricchi genitori erano di origine romana: Ciriada, la madre, moriva nel parto, e Cleonia, il padre, lo lasciava completamente orfano all’età di otto anni. Cleonia morendo, affidò Pancrazio allo zio Dionisio, pregandolo di curarne l’educazione e l’amministrazione dei beni.

Entrambi, Pancrazio e Dionisio, vennero a Roma per abitare nella loro villa patrizia sul Monte Celio. Presto incontrarono la comunità cristiana di Roma e chiesero di essere iniziati alla fede cristiana. La scoperta di Dio e di Cristo infiammò talmente il cuore del giovane e dello zio da chiedere in breve tempo i sacramenti del battesimo e dell’eucaristia.

Scoppiò nel frattempo la persecuzione di Diocleziano, rivelatasi ben presto la più atroce di tutte le precedenti sopportate dai cristiani. Era l’anno 303 e il terrore della persecuzione, iniziata nelle province dell’impero romano, arriva anche a Roma, falciando inesorabilmente ogni persona che avesse negato l’incenso agli dèi romani o allo stesso imperatore.

Anche Pancrazio fu chiamato a sacrificare, per esprimere la sua fedeltà a Diocleziano, ma, dietro il suo costante rifiuto, fu condotto davanti allo stesso imperatore per essere giudicato. Diocleziano, sorpreso “dall’avvenenza giovanile e bellezza di lui, adoperò ogni arte di promesse e minacce per fargli abbandonare la fede di Gesù Cristo” (da un manoscritto dell’epoca).

La costanza della fede di Pancrazio meravigliò Diocleziano e tutti i suoi cortigiani presenti all’interrogatorio, suscitando nello stesso tempo lo sdegno dell’imperatore, che ordinò la decapitazione dell’intrepido giovane.

Condotto fuori Roma, sulla via Aurelia, nelle ultime ore del giorno, presso il tempio di Giano, Pancrazio porgeva la testa al titubante carnefice, sacrificandosi per la propria fede. Ottavilla, illustre matrona romana, prese il capo e il tronco del corpo e, untili con balsami e avvoltoli in preziosi lini, li depose in un sepolcro nuovo, scavato appositamente nelle già esistenti catacombe.

Sul luogo del martirio leggiamo ancora oggi: “Hic decollatus fuit Sanctus Pancratius” (Qui fu decapitato san Pancrazio).